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Through a language that recalls Latin American popular culture, Fabrizio Dell’Arno's work aims to tell the profound social fracture of his country of origin, Brazil. The disparity of economic, class and cultural conditions is at the root of the profound social unease that marks the reality of the country, dominated by fear and violence. The declinations of shapes and colors take on a decorative tone in stark contrast to the dramatic content of the work, with the intention of transposing the language of the media in the manipulation and codification of the contents and in the way in which they are assimilated by the population. The settings and scenarios that the artist proposes are presented as a critique of the hypocrisy of the bourgeois consumerist economy. In the interiors, which often cross over into open spaces or urban areas, objects, symbols of luxury, are related to elements that evoke news stories. The pictorial spaces are constructed through layers and sedimentations of images and painting. Background and figure are linked by overlapping and juxtapositions, in which graphic interventions break out, undermining the figurative unity of the work. A deliberately disfigured image in order to underline on the one hand the fiction as an image, on the other the fragility of what it represents.

 

Attraverso un linguaggio che richiama la cultura popolare latino americana, il lavoro di Fabrizio Dell’Arno vuole raccontare la profonda frattura sociale del suo paese di origine, il Brasile. La disparità di condizioni economiche, di classe e culturale è alla base del profondo disagio sociale che segna la realtà del paese, dominata della paura e della violenza. Le declinazioni di forme e colore  assumono un tono decorativo in netto contrasto con il contenuto drammatico dell’opera, con l’intensione di trasporre il linguaggio dei media nella manipolazione e codificazione dei contenuti e nel modo in cui questi vengono assimilati dalla popolazione. Le ambientazioni e gli scenari che l’artista propone si pongono come critica verso l’ipocrisia dell’economia consumistica borghese. Negli interni, che spesso sconfinano in spazi aperti o aree urbane, vengono messi in relazione oggetti, simbolo del lusso con elementi che evocano fatti di cronaca. Gli spazi pittorici sono costruiti attraverso strati e sedimentazioni di immagini e pittura. Sfondo e figura si legano per sovrapposizione e accostamenti, in cui irrompono interventi grafici scardinando l’unità figurativa dell’opera. Una immagine volutamente sfigurata al fine di sottolinearne da un lato la finzione in quanto immagine, dall’altro la fragilità di ciò che rappresenta.

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